Consiglio Comunale del 3 giugno 2003 |
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Piano del Trasporto Pubblico Urbano Riportiamo l'articolo dal Gazzettino |
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Venerdì, 13 Giugno 2003
LONGARONE Il capogruppo di minoranza mette sotto accusa
l’amministrazione comunale perché privo di una programmazione al
servizio degli utenti De Col: «Manca un piano per il trasporto pubblico» «Il servizio doveva concentrarsi sull’integrazione tra zona
industriale e ferrovia oltre alla fruibilità da Castellavazzo-Ospitale» Longarone
Il consiglio comunale di Longarone ha accolto la proposta
di modifica dei due punti all'ordine del giorno sul servizio di
trasporto pubblico urbano avanzate dal capogruppo di minoranza Fiorenzo
De Col, con riserva di verifica presso l'ente competente. In particolare De Col ha evidenziato che, essendo il
servizio di trasporto pubblico urbano di Longarone inserito nell'unità
di rete provinciale, la gara d'appalto deve essere effettuata dalla
Regione Veneto, e non dalla Provincia in quanto l'Amministrazione
Provinciale ha delle quote nella Dolomitibus. La delega va pertanto data
alla Regione Veneto come del resto riportato dallo schema di accordo
all'articolo 5 parte 1.De Col ha inoltre lamentato la mancanza da parte
del Comune di Longarone di un vero e proprio "Piano del trasporto
pubblico urbano", documento sul quale impostare la gestione del
servizio e di conseguenza anche la procedura di affidamento.
"Questa programmazione rappresenta un'occasione importantissima per
il servizio di trasporti e il concentrarsi sulla sua impostazione di
conseguenza un fatto vitale. Il piano avrebbe dovuto concentrarsi in
diverse forme dal servizio della zona industriale all'integrazione con
la ferrovia, alla fruibilità dei servizi da parte degli utenti del
potenziale bacino Castellavazzo-Ospitale-Longarone".La risposta
immediata è arrivata dall'assessore ai trasporti, Luigino Olivier e
dallo stesso sindaco. "Il piano è praticamente rappresentato dai
documenti di contratto frutto di aggiustamenti e affinamenti portati
avanti in questi anni e questa è una strada obbligata". All'inizio della seduta si è parlato anche dell'ormai
annosa questione relativa alle prospettive di destinazione della Casera
«dei Boldi». Sul risultato negativo dell'asta (andata deserta) per la
cessione della casera «di Boldi» di proprietà comunale, De Col ha
voluto sapere le strategie future dell'amministrazione, ovvero se
intenda procedere a ulteriori esperimenti di vendita dell'immobile o se
invece venga rivisto l'orientamento in merito al destino dell'edificio e
pertanto si sia maturato l'intendimento di procedere alla sua
sistemazione per la destinazione ad attività sociali e culturali (ad
esempio campeggi, stage)».
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consiglio 2003 |