Consiglio Comunale

giovedì 5 luglio 2001

       
3)      Individuazione organi collegiali ritenuti indispensabili per la realizzazione dei fini istituzionali dell’Amministrazione Comunale art. 41, comma 1 della Legge 27.12.1997 n. 449 (tra cui la Commissione Edilizia)

L’argomento si presta a delle serie considerazioni, perché coinvolge per certi aspetti il significato di partecipazione del consiglio comunale e della comunità alla costruzione delle decisioni e alla gestione delle istituzioni comunali.

 Riteniamo che non si debba cadere nella facile semplificazione e attraverso quella che per certi versi è una moda:  “risparmio di spese” e “recupero di efficienza”, esautori la partecipazione democratica e il coinvolgimento sulle scelte che riguardano la comunità.

 In questo momento storico è richiesta maggiore attenzione, in quanto la voglia di partecipazione è di molto scesa sconfinando nell’indifferenza, è dovere di chi presidia le istituzioni stimolare e preservare gli istituti di coinvolgimento.

 Da questa premessa parte una riflessione sulla proposta in discussione che porta a un distinguo:

 ­          Da una parte gli organismi, che per una serie di questioni vuoi perché superati dai tempi, perché di mera ratifica o ancora perché doppioni o pleonastici di altre competenze e responsabilità. Dove è auspicabile una semplificazione.

 ­          Da un’altra quelle istituzioni che creano le decisioni attraverso una elaborazione etica di programmi suffragati da un’ampia partecipazione. Il loro funzionamento è una questione di volontà politica e la loro esistenza riteniamo non debba essere messa in discussione.

Sull’ipotesi presentata conveniamo come gruppo di minoranza, e nel merito sottoponiamo al consiglio queste considerazioni:

 a)       Abolizione della commissione edilizia comunali per la parte “ordinaria” – questioni di riduzione di tempi e di merito delle questioni all’esame dell’organismo suggeriscono questa scelta, riteniamo inoltre opportuno proporre, che quando si presentino casi particolari,  per consistenza o specificità il responsabile possa avvalersi di consulenti. Questa deve essere una scelta autonoma del responsabile in quanto tale, perché deve esserci un rapporto fiduciario responsabile-consulenti, possibile solo se i consulenti sono scelti dal responsabile.

In tal senso riteniamo anche opportuno suggerire l’analisi di una ipotesi che veda una specie di “consorzio” tra enti locali , che attraverso il coinvolgimento dei vari tecnici pubblici venga attivato secondo le necessità. A nostro avviso una partecipazione di funzionari pubblici è garanzia di maggior oggettività.

 b)       Abolizione della commissione per la formazione degli elenchi dei giudici popolari , per le motivazioni innanzi dette proponiamo l’abolizione di questa commissione il cui lavoro si è ridotto a una mera ratifica e sottoscrizione di proposte che maturano sulla base di condizioni ben codificate e verificate dagli uffici . Le competenze di questa commissione saranno attribuite all’ufficio di segreteria.

Commissione barbieri e parrucchieri (inserita successivamente , di nomina della giunta ma la cui soppressione è di competenza del Consiglio) data la dimensione del comune si propone la soppressione

Il sindaco concorda sulla proposte però chiede la votazione sul documento proposto, rinviando il tutto all’esame complessivo di tutte le commissioni.

Voto favorevole  unanime

4)      Proroga del contratto per la gestione del servizio di accertamento e riscossione Imposta Comunale sulla Pubblicità e del Diritto sulle Pubbliche Affissioni

La questione della pubblicità era stato oggetto di una mia precisa osservazione alla variante del Piano regolatore generale recentemente soppresso, ribadita nel contesto delle contro osservazioni circa una anno fa.

 Allora si disse che la questione non era pertinente all’argomento, opinione che non condivido ritenendo che lo strumento urbanistico quale regolatore del territorio, deve occuparsi anche della regolamentazione delle installazioni pubblicitarie molto più impattanti di altri elementi architettonici “regolati” dallo strumento e oggetto del lavoro della commissione edilizia sia nella vecchia composizione che nella nuova.

 Detto questo intendo aprire una riflessione sul ruolo dell’amministrazione comunale sulla “gestione della pubblicità e delle pubbliche affissioni” distinguendo subito tra quelle temporali, (esempio manifesti , striscioni ecc.) e quelle permanenti.

Una riflessione prevalentemente architettonica e ambientale (oltre che di sicurezza stradale) più che economica.

 Insistono sul territorio comunale parecchie insegne pubblicitarie, lungo le strade statali circa una cinquantina, la cui regolamentazione non è puntuale e pertanto si sono create, a mio avviso, delle incompatibilità ambientali che devono essere sanate.

 Nel contempo all’interno della filosofia del piano colore non può essere eluso l’apporto di queste insegne nel contesto della nuova immagine.

 Riteniamo indispensabile, quindi, porre mano a una regolamentazione del settore, in tal senso il gruppo di minoranza si impegna per il prossimo autunno a proporre una proposta di regolamento.

 Regolamento che dovrà definire tra l’altro:

­          le aree sulle quali è vietata l’apposizione di qualsiasi cartello, oltre a quelle ovvie, certamente lungo tutte  le strade presenti sul territorio;

­          le caratteristiche;

­          la consistenza e la dislocazione degli spazi.

 Per quanto riguarda la proroga del contratto non vi sono contrarietà di fondo, certo che la stessa dimostra non per demerito della Ditta, ma per quell’aspetto che vede l’Ente Comune gestore di tante cose per cui alcune vengono gestite al minimo, la scarsa attenzione all’argomento, ecco uno dei motivi per una gestione associata, un effettivo controllo e gestione. Se volessimo capire la consistenza e le caratteristiche del fenomeno “pubblicità” non abbiamo gli elementi sufficienti, numero degli spazi e loro dislocazione, quantità delle insegne, volume delle pubbliche affissioni, “ruoli” delle varie categorie.

Questo diventa indispensabile anche per la politica di regolamentazione, sapere come stanno le cose ci consente di gestirle, ci interessano le pubbliche affissioni dal punto di vista economico in relazione anche magari alla loro necessaria previsione? e altre questioni. 

Questa mancanza di dati non ci consente di dire se la gestione del servizio è fatta come la vogliamo, più per le nostre mancanze che per volontà della Ditta appaltatrice.

 Detto questo proponiamo la riduzione temporale del contratto a due anni.

 Il sindaco concorda sull’impostazione esposta nell’intervento, al momento l’amm.ne non è in grado di procedere a una revisione anche perché ritiene opportuno concentrarsi su altre regolamentazione tipo quella sui rifiuti.

Voto favorevole unanime

9)  Approvazione  del rendiconto dell’esercizio finanziario 2000

Più di ogni altra occasione l’esame, la discussione e la votazione sul Conto Consuntivo è il momento della verifica dei fatti concreti rispetto le buone intenzioni.

 E se talvolta può essere compreso il motivo per cui giungiamo a questo appuntamento, magari in un contesto di un nutrito ordine del giorno, con una certa stanchezza, dovrebbe essere comunque una piacevole stanchezza , come quella che ci riserva una giornata intensa, partecipata, in cui abbiamo esercitato in molti, più che l’esercizio della parola, quello dell’ascolto, che è, credo una fatica che dobbiamo insieme ritrovare, dentro il consiglio comunale, fatto delle sue riunioni e degli incontri informali e formali delle  varie commissioni e della conferenza dei capogruppo.

 In altri casi, non condiviso traspare un certo fastidio, la sofferta incombenza da espletare.

 Il confronto deve essere ricercato, non sofferto e questa è innanzitutto responsabilità di chi è chiamato per mandato dei cittadini a governare. Se questo non è perseguito come obbiettivo non si vive nel pieno il ruolo di un consiglio comunale. Le decisioni di questa assemblea, si proposte dall’esecutivo che le ha condivise all’interno della propria maggioranza, devono essere frutto del lavoro del consiglio stesso. Perché se cosi non è allora le determinazioni giungono quasi come rito, in una recitazione di formule senza partecipazione. In questo caso, dove per altro gli equilibri di forza sono già democraticamente predeterminati, c’è da chiedersi quale sia l’utilità di un siffatto organismo e quindi se non rientri nei casi di cui all’articolo 41 comma 1.

 Non dobbiamo perdere queste opportunità e in questo non basta il ruolo dell’opposizione, quasi una sorta di “animatore”, in un contesto che vive una certa rassegnazione o sopportazione.

 Deve essere riservata attenzione e rispetto alle istituzioni, perché in caso contrario si rischia di delegittimarne l’esistenza. Vogliamo riordinare un concetto “che il consiglio comunale e l’amministrazione comunale è l’insieme di tutti i consiglieri siano essi di maggioranza o di minoranza si ognuno con il proprio ruolo e peso ma tutti con pari dignità”.

Ecco detto questo, quale il significato di un consiglio comunale che discute su un documento importante come il conto consuntivo senza una  sua parte, una sua componente? Credo ci troveremo di fronte a una partecipazione monca a uno strumento gestionale monco.

 Ecco perché chiediamo con forza, ma con la ragione di chi vuole partecipare, un coinvolgimento che parte dal concordare le date e le ore di convocazione del Consiglio Comunale, non è una nostra permalosità ma e un dovere verso le istituzioni, la comunità prima ancora di chi pur in minoranza le rappresenta.

 Il Conto consuntivo:

 Le buone intenzioni sono maturate hanno prodotto qualcosa, o siamo rimasti ancora ai titoli coi quali si intende raffigurare l’itinerario ?

 Una cosa che crediamo imputare a questa amministrazione è l’assenza di umiltà , se andiamo a leggere la presentazione e il dibattito che si è svolto, nel bene o nel male più nel bene per la nostra volontà, in occasione del bilancio, in un non tanto lontano febbraio 2000, traspare una certa mal sopportazione delle proposte che come minoranza avevamo avanzato e la descrizione di una prospettiva ambiziosa e questo di per sé non è un male se non fosse accompagnata da una buona parte di presunzione. Diversamente non si spiegherebbero le tante domande sul perché “prima non si è fatto”, sottintendendo che si sarebbe dovuto fare perché era la cosa elementare da fare.

Abbiamo avuto talvolta l’impressione che la nuova maggioranza descriva questa legislatura come un nuovo periodo, dove tutta una serie di demiurghi creeranno un nuovo mondo.

 Dobbiamo prendere atto che una maturità in questo senso c’è stata si sono attenuati i toni epici con cui si descriveva il futuro, i tempi dell’amministrare sono stati acquisiti e compresi (non è giusto accettarli ne subirli si deve lavorare per modificarli essenzialmente accorciarli) e si sono scremate alcune velleità.

 Come diciamo anche che alcune intenzioni ci appaiono non sufficientemente indagate e talvolta ne riceviamo la netta impressione che siano dettate più dal contingente e dall’emotività.

 E’ pur vero che si è soliti chiedere il cambiamento, invocare un cambiamento ad altri, invece un cambiamento riguarda prima di tutto noi stessi, delle nostre pretese e delle nostre pur legittime attese.

 Un po’ di modestia a questa amministrazione non farebbe male, un po’ meno apparire un maggior vero coinvolgimento di tutti. Perché poi alla fine non chiedere niente a nessuno è un affermare di essere i più bravi. Questo in politica non ha mai portato buoni frutti.

 E’ per questo motivo che non c’è stata nessuna difficoltà nel riconoscere il lavoro di alcuni all’interno della maggioranza , perché portano avanti la propria azione amministrativa senza tanta ridondanza con umiltà per l’appunto.

 Come si è capito il mio intervento vuole essere un confronto politico più che tecnico contabile, che credo non spetti compiutamente al consiglio, e sul piano delle proposte politiche quali erano le prospettive enunciate in occasione dell’approvazione del bilancio 2000, esaminiamo alcuni temi:

 opere pubbliche:

Dei nostri emendamenti chiedevano una attenta riflessione sulla realizzazione di alcune opere in particolare:

-          illuminazione di via Roma : si chiedeva di non soffermarci alla sola illuminazione ma di considerare tutto il contesto, viabilità e parcheggi attraverso un concorso di idee perché meglio si prestava alla formulazione di una proposta. E’ stato respinto “perché prioritaria era l’illuminazione”. Ora ci viene presentato un progetto di sistemazione generale il cui successivo iter vedrà un nuovo bando per l’assegnazione dell’incarico di progettazione perché nel primo era prevista la sola progettazione dell’illuminazione. Avevamo ragione noi.

-          Nuovi parcheggi sotto piazza Caduti e dispersi in Russia  ne chiedevamo la cancellazione perché prospettare interventi di questa portata richiedeva un’attenta valutazione di tutta la riorganizzazione del centro. Respinto. Ora nel nuovo programma delle opere pubbliche questo non c’è più c’è il confronto sulla progettazione di piazza IX ottobre. Avevamo ragione noi.

 Iniziative varie

Sempre in quella occasione ci furono respinti gli emendamenti su “Opera di solidarietà” adesione alla fondazione “Val di Stava” e “interventi di monitoraggio dell’inquinamento ambientale”, tutte questioni che sono state poi puntualmente portate avanti.

 Abbiamo sempre detto cose irresponsabili, strumentali campate in aria ?

Possiamo affermare tranquillamente che è vero il contrario.

Le nostre proposte erano frutto di capacità di analisi e di progettualità ancorché di buon senso e umiltà.

Pero ci dispiace vedere una certa chiusura nei confronti delle nostre proposte,  ci preoccupa il fatto che questo atteggiamento ci venga segnalato anche da diversi cittadini, un’amministrazione non deve temere i propri amministrati, tutti siamo portatori di un qualcosa, una idea, un consiglio una proposta che non solo per rispetto deve essere ascoltata ma accolto come un “importante” contributo.

 Uno dei temi di sfida, penso patrimonio di tutti ormai, dell’amministrare Longarone (e questo vale per tutte le amministrazioni possibili chiamate ad accoglierla) è quella di gestire “i conti normali” senza l’aiuto delle enormi risorse derivanti dai fondi del risarcimento Vajont. Anche in questo notiamo una diversa posizione

 dell’amministrazione che in un primo momento riteneva più semplice la soluzione, ora la proietta in un periodo più lungo e in un contesto di azioni articolate. Dall’esame dei dati di questo conto consuntivo possiamo tranquillamente convenire che sarà una cosa di pazienza e perseveranza, comunque di lungo periodo.

 Siamo i primi a dire che in un anno non si possono ottenere risultati o vedere dei cambi di tendenza, ma la nostro vuole essere essenzialmente un giudizio sull’impostazione politica dell’amministrazione più che sui primi dati della nuova gestione. Un giudizio che se può essere benevolo in “riferimento alle buone intenzioni” non lo può essere rispetto ai toni con cui la nuova strategia ci è stata proposta e di cui si è parlato all’inizio del mio intervento. E continui richiami alle precedenti responsabilità ci sono sembrati talvolta un tentativo di mascheramento delle proprie impotenze di fronte ai problemi, certamente momentanee, le quali in linea di principio non sono certo da  rimproverare, le stigmatizziamo in quanto non si è avuta l’umiltà di riconoscere la propria inesperienza, la non perfetta conoscenza della cosa pubblica e dell’amministrare.

 Per questo rimarcare ora le cose non fatte è più un’accusa politica che sottolinea l’assenza di un vero programma  e di una capacita amministrativa.

 Ritornando alla questione della gestione ordinaria esaminiamo solo un parametro quello della rigidità del bilancio frutto di un rapporto che tende a dimostrare lo spazio operativo e quindi politico dell’amministrazione all’interno della gestione del comune, i dati in relazione dell’ufficio di ragioneria e del revisore ci dicono che c’è un certo miglioramento infatti viene riportato un indice pari al 38,72 % contro il 39,88% 1999 e il 36,96% nel 1998.

 Se questi parametri hanno un valore è opportuno indagare la loro formazione per non cadere in distorte prospettive, interessante sarebbe capire se sia corretto considerare nel costo del personale, uno dei numeri che sviluppano questo indice (e altri) anche il personale compreso sotto altre voci e mi riferisco a:

 

palasport

Lire

286.973.670

casa di riposo

Lire

995.826.834

servizi socio occupazionali

Lire

100.055.444

servizi socio assistenziali

Lire

202.930.422

pulizia strade

Lire

50.420.000

Per totali

Lire

1.636.206.370

 Se questa somma viene immesso nella formula di cui sopra darebbero un indice del 52% un numero molto diverso.

 Ma al di là della correttezza “concettuale” di questa operazione, si conferma quello che è il problema di un consistente “zoccolo duro” difficile da modificare. Noi abbiamo detto e ripetiamo alcune delle spese specialmente quelle del sociale non sono da toccare perché rappresentano il valore aggiunto dell’offerta di questo comune ai suoi cittadini.

 Quindi come risolverlo, non certo con i proclami, ma con una azione responsabile che vada al controllo delle entrate e al controllo della spesa, bella scoperta si dirà e allora ci vengono in mente alcune frasi:

 Controllo di gestione e gestione economica perché non si è fatta prima?

E allora a quando?

Queste erano domande-risposte del Sindaco in occasione del dibattito 2000, ora credo sia maturata la consapevolezza della difficoltà di questo tipo di azione, azione della quale siamo come minoranza ben d’accordo tanto che è ben scritta nel nostro programma, come eravamo consapevoli della sua complessa realizzazione.

Non si è voluta capire o forse neanche vedere la strategia, della gestione unitaria, il cui scopo era molteplice miglior gestione delle entrate e liberazione di risorse per una diversa azione di gestione del bilancio, si è perso del tempo e lo si perderà ancora rincorrendo buoni propositi che al momento non hanno dato nessun positivo esito concreto . Su questo fronte non si sono sentite ne viste proposte concrete di investimento.

 Concludo questo mio intervento come quello relativo al bilancio di previsione 2001, affrontando la tematica ambientale e in particolare la raccolta dei rifiuti, prima però un accenno al seguito di quel mio intervento. Devo rammaricarmi per il fatto che non si è seguito con attenzione il mio ragionamento, tanto che lo stesso ha prodotto reazioni più sul risentito che sul costruttivo, era ben chiaro nel mio intervento che ritenevo opportuno  indagare i dati in modo da verificarne la loro compatibilità, che comunque era opportuno e lo è tutt’ora analizzare gli esisti del confronto sia questi positivi o negativi per i nostri conti.

E’ forse da prestare maggior attenzione, in relazione alle prospettive di gestione della raccolta e smaltimento dei rifiuti, ai dati più negativi dei nostri che a quelli positivi. Si rende necessario fare lo sforzo di mettersi in discussione per non cadere in facili entusiasmi, a fronte di un servizio che costa meno che altrove, siamo veramente i più bravi, un domani cosa ci riserva. C’è il rischio che il futuro ci riservi qualche amara sorpresa.

 I dati della raccolta differenziata del 2000 sono leggermente superiori (positivi) all’ anno 1999 ma molto inferiori allo standard richiesto e alla media provinciale:

anno

 

1996

1997

1998

1999

2000

Raccolta indifferenziata

Tonn.

2649,263

2744,107

2713,125

2612,530

2620,840

Raccolta differenziata

Tonn.

215,991

225,970

250,701

223,539

305,90

Percentuale differenziata

Tonn.

7,54%

7,61%

8,46%

8;43%

9,64%

Ricordiamo che la legge prevede 

15% entro il 1999 (percentuale minima di rifiuti raccolti in forma differenziata rispetto la quantità totale prodotta e smaltita)

25% entro il 2001;

35%  a partire dal 2003

 ci pare più frutto di una certa inerzia fisiologica e del notevole contributo degli scout, che per effetto di una politica in tal senso, anche perché, salvo la previsione di piazzole ecologiche non abbiamo ancora visto. 

Per ultimo diciamo che come minoranza siamo sempre stati, lo siamo e lo saremmo anche in futuro disponibili o meglio siamo a disposizione, per collaborare alla gestione del destino della Comunità alla quale teniamo quanto la maggioranza,  e i cittadini stessi ,certamente nel ruolo che a noi spetta.  

Votazione finale

Favorevoli                  n.            10

Contrari                      n.            1            (Ornella)

Astenuti                      n.            4            (noi)