LONGARONE
L’assessore alle attività produttive Raffaello Meneghet è
intervenuto sulla vicenda che coinvolge trenta dipendenti della
"Airline Optik" |
«Ma
il sindacato doveva intervenire in tempo» |
Fiducia
per il destino degli operai: «Se è vero quanto afferma Anfao
che chiedeva più immigrati, troveranno un posto subito» |
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Longarone
«Senza entrare nel merito della decisione dell'azienda, mi
sembra alquanto impropriata la presa di posizione del sindacato,
che ha deciso di occuparsi solo adesso dei trenta dipendenti
lasciati a casa dall'Airline Optik, quando si sapeva già da
luglio l'intenzione dei proprietari della fabbrica di chiudere».
L'assessore alle attività produttive del comune di Longarone
, Raffaello Meneghet, non ha mezze parole. La questione
dell'azienda fondata da Giulio Bez, morto alcuni anni fa in un
drammatico incidente stradale, è da tempo giunta sui tavoli
dell'amministrazione. «Troppo facile intervenire adesso -
prosegue Meneghet - Il vicesindaco Viviana Capraro mi ha
comunicato quando mi trovavo al lavoro che il signor De Carli
della Cgil era in municipio per affrontare la questione. Eravamo
anche noi al corrente del pericolo di chiusura dell'azienda, ma
come amministrazione ben poco potevamo fare.
Spero comunque che non vi siano problemi di assunzione per i
trenta dipendenti destinati al licenziamento. Nella recente
assemblea di Anfao, si è parlato della difficoltà di reperire
manodopera locale nelle occhialerie chidendo addirittura lo
sforamento del numero previsto per gli immigrati. Se la situazione
è rimasta quella di un paio di mesi fa, allora non ci dovrebbere
essere problemi per l'assunzione dei dipendenti dell'Airline nelle
fabbriche di occhiali della nostra zona industriale».
Meneghet lancia comunque l'allarme per il futuro occupazionale.
«L'Airline è solo la punta dell'iceberg della nostra zona
industriale fin troppo legata alla produzione di occhiali. Il
comparto è infatti per le piccole e medie imprese, in sofferenza
e, dai dati in possesso dell'amministrazione, l'importazione di
prodotti finiti dall'Oriente a scapito della produzione locale sta
crescendo a dismisura aprendo interrogativi sull'occupazione
futura. Le piccole aziende per poter competere in un mercato
globale, oggi più che mai, dovrebbero trovare il modo di
consorziarsi. Sono convinto sia questa una delle strade da
percorrere. Tornando alla zona industriale di Longarone
, da un anno l'amministrazione ha contattato dei ricercatori
dell'Università di Venezia che ci stanno predisponendo un
progetto che possa darci le linee guida sul cosa e come fare per
incentivare la diversificazione della produzione nella nostra zona
quasi totalmente oggi incentrata sugli occhiali. Dobbiamo trovarci
pronti ad un'eventuale crisi, speriamo il più tardi possibile,
del settore per garantire ai nostri cittadini un livello
occupazionale elevato. Stiamo pensando anche a realizzare delle
iniziative per incentivare l'imprenditorialità giovanile. In
altre parole: ben vengano le aziende di occhiali, ma è doveroso
cominciare a pensare ad una diversificazione dell'offerta. Ritengo
infine opportuno che politici, amministratori e imprenditori si
ritrovino attorno ad un tavolo per discutere di questa situazione
a tutela della produzione e occupazione bellunese».
Roberto Padrin
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