La Voce della Minoranza I nostri interventi su "A3 Longarone e dintorni" n. 2 Natale 2002 - Periodico semestrale a cura del Comune di Longarone (pagina n. 16) |
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ADove va Longarone? ARiflessione
Natalizia del dr. Ali Chreyha
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Ritorniamo
con alcune modeste riflessioni sul futuro del centro di Longarone, in
relazione alle imponenti progettazioni che l’amministrazione comunale ha
avviato e sta per concretizzare in questo periodo. Gli
interventi preventivati comportano una previsione di spesa ora
stabilizzata su 13.930.962 € ( pari
a lire 26.974.104.760 lire), una cifra enorme che da sé, non solo
giustifica, ma impone una riflessione e una presa di posizione chiara e
forte. Su
fatto che il centro di Longarone vada sistemato e reso più bello e
utilizzabile adeguandolo alle nuove esigenze maturate e formatesi, da
quando realizzato in quel periodo tormentato, ma importantissimo della
ricostruzione, è una necessità da tutti condivisa. Resta
a nostro avviso indispensabile determinare con serenità e franchezza
quali siano i termini di un intervento che deve avere una precisa ragione:
la definizione del ruolo da assegnare all’abitato di Longarone ancorché
quello intrinseco di essere residenza e luogo della vita dei propri
cittadini, che non può essere che quello conseguente alla sua storia
recente “di luogo del disastro del Vajont” . Longarone
quale luogo della memoria deve accogliere il visitatore e dargli
testimonianza della sciagura attraverso un contesto appropriato che è
fatto di luoghi, strutture e servizi. Siamo
quindi d’accordo sulla necessità di riconfigurare un insieme urbano
centrale capace di collegare idealmente le varie aree del centro di
Longarone, che permetta di rendere più visibile il centro civico e di
costruire un percorso attraverso
via Roma, piazza IX Ottobre la
Chiesa del Michelucci e il suo balcone sulla diga, attraverso lavori di
sistemazione generale, adeguamento alle varie norme (disabili, anti
incendio ecc.), riorganizzazione e creazione di nuovi posti macchina,
modifica della viabilità e “realizzazione” della piazza di Longarone. Proprio
questa “Piazza
Grande”
(può essere il nome di questo luogo)
deve essere occasione, di quali ricostruire il rapporto dei
cittadini con se stessi e ritrovare dignità e identità; luogo dove
riscoprire il gusto e la responsabilità di sentirsi parte attiva del
proprio. Piazza
Grande
perché la piazza è il luogo per eccellenza della vita sociale, l'agorà,
il forum, dove i cittadini discutono del loro paese; luogo di confronto,
di interazione, aperto alle idee e contributi di tutti, dove la "res
publica" sia sentita come propria da ogni cittadino e non solo
monopolio di alcuni. Perché
“uno spazio è sempre povero, quando è privo di capacità di relazioni,
ed è sempre bello quando è generativo di incontri, di possibilità
sinora inesplorate”
(Paolo Portoghesi – abitare la terra – Un angelo per la città di
Michelucci – Avvenire 24.02.02). Da
qui la domanda, l’ideazione del nuovo centro si è fatta carico di dare
risposte ai suoi abitanti ? Per noi mancano alcune cose: “il verde”,
“gli spazi per i bambini” ; “i luoghi per i giovani e i meno
giovani” e al di la delle dichiarazioni del Sindaco “che di spazio
c’è n’è fin che si vuole” non ci sono risposte chiare ciò ci
preoccupa per due motivi il primo è che questi spazi non ci sono proprio,
secondo che questi bisogni non sono stati proprio presi in
considerazione. Eppure
crediamo che siano stati manifestati dai suoi abitanti, oltre al fatto che
dovevano essere patrimonio di chi amministra. Su questo ci pare opportuni
citare quanto l’architetto Giovanni Michelucci ebbe a dire in occasione
della sua ultima lezione (27.02.90)
“ è che noi cittadini, avendo la casa, avendo l’abitazione, avendo
tutto, avessimo questa possibilità, questa facoltà, questo desiderio di
cercare di dare ad ogni cosa lo spazio che gli spetta, con questo noi
avremmo risolto un problema molto grande, cioè la partecipazione di chi
deve abitarla” Perché
un paese non è un insieme di opere pubbliche o di fabbriche, ma è
essenzialmente un nucleo di valori, un'idea condivisa, dove memoria e
identità sono realtà speculari. Inoltre
dobbiamo manifestare anche delle perplessità,
le progettazioni presentate sembrano
essere più calibrate verso il visitatore che il cittadino
Longaronese. Vediamo questa
imponente proposta distante dalle necessità del paese dall’esigenza
“sociale” di un intervento di rivitalizzazione .
Una realizzazione disgiunta dalle necessità dei suoi fruitori, i
cittadini, tanto più se lo sviluppo architettonico-urbanistico non avanza
di pari passo con il progresso sociale, può originare confusione,
frustrazione e regresso sociale. Non
da ultimo la proposta urbanistica di permuta (supermercato – pro loco)
ci pare una triste conferma di un indirizzo imperioso di “costruire” . Non
possiamo condividere la volontà di portare nel centro dei tre simboli del
disastro “la diga”, la Chiesa” e “il paese“ anche un centro
commerciale. La memoria deve portarci alla riflessione attraverso il
rispetto, la testimonianza e il silenzio. Crediamo che tutto questo strida
fortemente con un centro commerciale. Abbiamo
proposto inascoltati di ripensare questi maestosi interventi conservando
l’attuale edificio “centro commerciale” e destinando l’attuale
sede dell’Associazione Pro loco a centro della memoria con collocazione
di spazi espositivi e di ricerca, nonché centro di informazione e
sviluppo del territorio (museo, biblioteca, ufficio informazioni, centro
visitatori del parco, sede pro loco ecc.). Speriamo
che le nostre riflessioni siano di stimolo
a ripensare alla stria passata, presente e futura del paese perché
le scelte che l’Amministrazione sta portando avanti saranno determinanti
per l’avvenire dei Longaronesi. Ci auguriamo che l’interesse a
costruire o dimostrare di “voler fare” non prevali sull’interesse
della collettività,
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Giungano a tutti i nostri più sentiti auguri di un felice S. Natale e sereno Anno Nuovo |
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